
Paese di origine: Stati Uniti, Polonia, Corea del Sud (2025)
Genere: Fantasy Classico
Regia: Kang Hei Chul
Attori: Durata: 90 minuti
Ecco il secondo film di animazione della saga
E’ finalmente disponibile sulla piattaforma di streaming Netflix il secondo film di animazione del vasto universo fantasy di The Witcher, originato dai racconti di Andrzej Sapkowski. Le Sirene degli Abissi si colloca tra i numerosi adattamenti della saga, che includono videogiochi, fumetti, serie TV e film, ed è l’adattamento del racconto Un Piccolo Sacrificio scritto per l’appunto da Andrzej Sapkowski. La nuova pellicola vede come protagonista Geralt di Rivia, il noto strigo della serie TV The Witcher interpretato da Henry Cavill che sarà poi sostituito da Liam Hemsworth. Rispetto al primo film di animazione L’incubo del Lupo c’è pertanto un cambio di rotta: niente prequel o spin-off, ma una trama che si incentra direttamente sul personaggio che ha reso celebre la saga.
Ambientato in un regno costiero, il film esplora il conflitto tra umani e sirene, inserendo elementi di avventura, tradimento e redenzione.




La trama, tra grandi classici e temi contemporanei
La storia vede affiancare a Geralt il suo compagno Jaskier nel regno di Bremervoord. Qui vengono assunti per investigare le misteriose morti di pescatori e affrontare un mostro marino noto come Allamorax. Il vero problema è però il conflitto tra gli umani che saccheggiano i letti di ostriche perle, e il regno delle sirene, che vedono in queste attività una minaccia al loro ecosistema.
Parallelamente, una storia romantica emerge nella relazione tra il principe umano Agloval e la principessa sirena Sh’eenaz. Questo amore proibito ricorda classici come Romeo e Giulietta o La Sirenetta, ma si arricchisce di temi contemporanei legati all’identità e alla convivenza tra culture diverse.
Il film, rispetto alla trama originale del racconto, si prende molte libertà creative. Sebbene queste modifiche siano comprensibili per adattare la narrazione a un pubblico più ampio, spesso finiscono per allontanarsi dallo spirito originale della saga.
Ad esempio, nella storia originale, Geralt e Jaskier sono inizialmente incaricati di aiutare Agloval a proporsi in matrimonio alla sirena Sh’eenaz, mentre nel film il focus si sposta sul conflitto tra i due regni. Inoltre, l’inclusione di numeri musicali e di elementi simili a La Sirenetta rende il film meno fedele e più generico rispetto alle altre produzioni legate a The Witcher.
Animazione, stile e personaggi
L’animazione è diretta dallo Studio Mir, noto per il suo lavoro su L’incubo del Lupo. Lo stile è un mix europeo e asiatico. I combattimenti sono molto fluidi e le scene d’azione esaltano e rendono epiche le gesta dello strigo. Le battaglie, in particolare, sono rese con grande dinamismo, offrendo momenti visivamente spettacolari.
Il volto espressivo dei personaggi risulta tuttavia limitato e non riesce a trasmettere in maniera chiara le emozioni. Nei combattimenti lo stupore si confonde con la paura e la rabbia sembra tradursi talvolta in semplici gridi di incitamento.
In merito ai personaggi, accanto a Geralt, la presenza di Jaskier offre il consueto tocco di leggerezza e comicità. Il bardo funge da contrasto alla serietà del Witcher, portando avanti la sua tradizione di trasformare in ballate le imprese dell’amico. Tuttavia, in questa storia il suo ruolo si arricchisce di un accenno al suo passato, svelando dettagli inediti della sua infanzia e del rapporto con Essi, una poetessa rivale che si unisce temporaneamente all’avventura. Ed è proprio questo personaggio che forse meriterebbe più spessore e uno spazio più importante. Yennefer compare solo in flashback o nei sogni di Geralt, ma continua a essere una figura fondamentale nella vita dello strigo. Anche Sh’eenaz, la principessa sirena, rappresenta un personaggio interessante. Nell’insieme i personaggi rendono comunque bene, se non altro perché doppiati dagli stessi attori della serie TV.
La storia non è convincente e sembra uscire troppo dagli schemi e dal clima caratteristico della saga. Fortemente stereotipato nelle tematiche contemporanee di oggi, la regia è indirizzata ad esaltare la lotta tra razze e popoli diversi, distaccandosi troppo dai racconti originali e soprattutto da quelle avventure caotiche e imprevedibili a cui The Witcher ci ha (e ci sta) abituando.
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